Ungheria, anche fuori dall’Europa!
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Il Parlamento Europeo ha deciso di avviare la procedura contro l’Ungheria per il mancato rispetto dei valori democratici dell’Unione Europea.
Perché questo grave atto di accusa? A causa di leggi che l’Ungheria si è data e che sono in palese contrasto con i valori di democrazia e di liberta dell’Unione Europea. Ne elenco alcune, tra le più gravi:
- diritti sociali, dal dicembre 2010, quando il governo di Orbàn ha adottato una modifica della cosiddetta legge sugli scioperi, sono in linea di principio illegali;
- libertà accademica, una nuova legge pone limiti molto stringenti alle università dell’Ue e di Paesi terzi, in contrasto con il diritto di libertà accademica, quello all’istruzione e la libertà d’impresa stabiliti dalle norme europee. Per questo a dicembre scorso la Commissione Ue ha deferito il Paese alla Corte di Giustizia della Ue;
- indipendenza della giustizia, la Costituzione modificata ha dato facoltà all’Ufficio governativo dei giudici di spostare a piacimento giudici e processi. Inoltre ha limitato l’indipendenza dei magistrati. È stata poi ridotta la competenza della Corte costituzionale;
- controllo dei media, le nuove leggi sui media limitano libertà di opinione ed espressione e non garantiscono una stampa priva di censura e restrizioni.
Per la prima volta, quindi, l’Europarlamento ha approvato di chiedere ai governi Ue di applicare le sanzioni dell’articolo 7 del Trattato individuando violazioni dell’esecutivo ungherese di valori democratici e dello stato di diritto.
Cosa rischia l’Ungheria? La sospensione di alcuni diritti e le sanzioni possono arrivare fino alla cancellazione del diritto di voto del Paese nel Consiglio dell’Unione europea.
Purtroppo, hanno votato contro la procedura anche Forza Italia e la Lega di Salvini che non ha mai nascosto le sue simpatie per Orbàn.
Orbàn ha deteriorato il sistema istituzionale e il pluralismo ungheresi, un passo alla volta.
La difesa ungherese è stata esilarante: punita per “vendetta” per l’ostruzionismo alla politica solidale dell’immigrazione. Non è questo, per fortuna, il significato di questa azione europarlamentare.
L’Europa ha ribadito i valori che tengono insieme l’Unione, quelle regole di base, liberali e democratiche che hanno sempre fatto da collante, perché non è sufficiente tenersi in qualche modo insieme, ma anche di aver voglia di far parte del progetto su valori che sono stati per decenni una forza d’attrazione.
L’Ungheria, che è stata ammessa nel 2004, offende questi valori che, secondo me, non sono negoziabili e penso che nei confronti di quel Paese debba essere valutata anche la sospensione della partecipazione all’Unione Europea, finanziamenti compresi.
Non posso neanche concepire che i miei soldi servano a qualche dittatorello europeo per deprimere la democrazia.