Contro la radicalizzazione e l’estremismo violento di matrice jihadista
Abbiamo approvato la legge che prevede misure di prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell’estremismo jihadista.
La legge prevede interventi e programmi diretti a prevenire fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell’estremismo violento di matrice jihadista, nonché a favorire la deradicalizzazione e il recupero in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa dei soggetti coinvolti, cittadini italiani o stranieri residenti in Italia.
Particolare attenzione è stata riservata prevenire episodi di radicalizzazione nell’ambito scolastico.
Già in passato abbiamo inserito fra gli obiettivi dell’espansione dell’offerta formativa lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture.
Con questa legge prevediamo un piano mirato sul dialogo interculturale e interreligioso, finalizzato a diffondere la cultura del pluralismo, sull’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura, al fine di individuare soluzioni operative e organizzative per un effettivo adeguamento delle politiche di integrazione alle esigenze di una scuola multiculturale.
Abbiamo istituito il Centro nazionale sulla radicalizzazione (CRAD) con la finalità di promuovere e sviluppare le misure, gli interventi ed i programmi diretti a prevenire fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell’estremismo violento di matrice jihadista nonché a favorire la deradicalizzazione dei soggetti coinvolti attraverso un piano strategico nazionale redatto annualmente.
L’attuazione del Piano strategico nazionale sarà a cura dei Centri di coordinamento regionali sulla radicalizzazione (CCR), presso le Prefetture dei capoluoghi di regione. Il CCR è presieduto dal Prefetto o da un suo delegato ed è composto da rappresentanti dei competenti uffici territoriali delle amministrazioni statali, degli enti locali e da qualificati esponenti di istituzioni, enti e associazioni operanti nel campo religioso, culturale, educativo e sociale in ambito regionale, nonché delle associazioni e organizzazioni che operano nel campo dell’assistenza socio-sanitaria e dell’integrazione, nonchè delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori.
Infine, ai soggetti detenuti o internati per questo tipo di manifestazioni radicalizzate, sarà riservato un trattamento penitenziario che tenda, oltre che alla loro rieducazione, anche alla loro deradicalizzazione.
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