E’ stato pubblicato il primo Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti Covid, relativo al periodo fra il 27 dicembre 2020, data di inizio della campagna vaccinale, e il 26 dicembre 2021 redatto dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
I dati sono molto rassicuranti.
Dal Rapporto, che conferma i dati di altri Paesi europei, emerge che sono pochissime le reazioni avverse ai vaccini e quasi tutte non gravi: su oltre 108,5 milioni di dosi somministrate in un anno, le segnalazioni di “sospetti eventi avversi” sono state 117.920.
Le segnalazioni
Sul totale, l’83,7% (in tutto 98.717) delle segnalazioni è riferita a eventi non gravi, e il 16,2% (19.055) a eventi avversi gravi.
I bambini
Le segnalazioni di sospetti eventi avversi dopo la somministrazione di un vaccino anti Covid ai bambini e ragazzi fino a 16 anni sono rare e hanno riguardato soprattutto febbre, mal di testa, stanchezza e vomito.
Sono state registrate 1.170 segnalazioni di sospette reazioni avverse manifestatesi nella popolazione pediatrica (l’1% del totale delle segnalazioni in Italia) su 4.178.361 dosi di vaccino somministrate, con un tasso di quattro volte di meno rispetto a quello riscontrato nella popolazione generale.
Le reazioni ai vaccini nei bambini e ragazzi – dopo più di 4 milioni di dosi – sono state soprattutto locali e confinate a qualche giorno di malessere.
La gravidanza e l’allattamento
La vaccinazione per Covid è indicata sia in gravidanza sia in allattamento e non emergono particolari problemi di sicurezza dai dati di farmacovigilanza, né dagli studi ad hoc. Non sono stati riscontrati effetti sulla fertilità, né maschile né femminile.
Le variazioni del ciclo mestruale sembrano essere minime. Per quanto riguarda la gravidanza, il vaccino è sicuro e gli anticorpi attraversano la placenta e vengono trasmessi dalla madre al figlio, proteggendolo nei primi tre mesi di vita. Lo stesso avviene attraverso il latte materno.
Le miocarditi
Gli approfondimenti sugli eventi di particolare interesse hanno riguardato i rarissimi casi di anafilassi, sindrome di Guillain-Barré, miocarditi o pericarditi, paralisi di Bell (che riguarda il nervo facciale) e la trombosi trombocitopenica di AstraZeneca e Johnson&Johnson. Fra gli altri casi classificati come gravi c’erano febbre o disturbi gastrointestinali tanto intensi da richiedere il ricorso all’ospedale. Le miocarditi e le pericarditi sono state classificate come molto rare, con un’incidenza di due casi per milione di dose.
Le reazioni anafilattiche
Per quanto riguarda le anafilassi, le reazioni allergiche ai vaccini a Rna sono state leggermente superiori rispetto a quelle della media dei vaccini usati fino a ieri. E’ stata comunque una reazione rara, che viene trattata prontamente e regredisce senza complicazioni.
I decessi
In un anno sono stati 22 i decessi correlabili alla somministrazione di un vaccino anti Covid in Italia.
Complessivamente, 10 segnalazioni valutate come correlabili si riferiscono a casi di trombosi trombocitopenica a seguito di vaccinazione con vaccino a vettore adenovirale (AstraZeneca o Johnson&Johnson).
In base ai dati disponibili – si legge nel rapporto – è possibile che alcuni eventi attesi per i vaccini possano avere conseguenze clinicamente rilevanti in alcuni soggetti anziani fragili, specialmente se si presentano con particolare intensità (come l’iperpiressia).
Nel dettaglio, in due casi – un uomo di 79 anni, con storia clinica di patologie cardiovascolari, e una paziente fragile di 92 anni, con storia clinica di demenza e diabete mellito – si sono verificati eventi avversi correlabili alla vaccinazione (iperpiressia, cioè febbre alta, e vomito), che hanno innescato uno scompenso delle condizioni cliniche fino al decesso.
Altre dieci morti si riferiscono a fallimenti vaccinali, con il Covid comparso tra 3 settimane e 7 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Per fallimento si intende l’infezione dopo la vaccinazione che ha portato alla morte del contagiato.
In due casi di decesso le pazienti presentavano condizioni cliniche e terapie compatibili con uno stato di immunosoppressione. In altri 8 casi, i pazienti avevano un’età compresa tra i 76 e i 92 anni, con una condizione di fragilità a causa di molte patologie già presenti prima del Covid.
Il rapporto completo è visionabile qui https://www.aifa.gov.it/rapporti-su-sorveglianza-dei-vaccini-covid-19